Novaja Gazeta (in russo Новая газета [Novaya Gazeta]), letteralmente Nuovo Giornale, è un periodico russo libero ed indipendente che ha pubblicato importanti inchieste su casi di corruzione nell’esercito e sulla condizione dei civili ceceni coinvolti nel conflitto armato, di cui è sempre stato convinto oppositore.
Il primo numero uscì il primo aprile del 1993, e fu la concretizzazione di un sogno di alcuni giornalisti usciti dalla redazione di Pravda, tra cui Dmitrij Muratov che ne divenne caporedattore nel 1995.
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Il sarafan: costume tradizionale russo
Il sarafan (in russo: сарафан [sarafan]) è un abito tipico russo apparso nel XIV secolo e usato dalle donne e ragazze contadine fino al XX secolo. Tradizionalmente veniva per lo più inossato nelle regioni centrali e settentrionali del paese e c’erano grandi varietà stilistiche anche tra province vicine. Nella regione di Arkhangelsk ad esempio, la preferenza veniva data ai sarafan a forma di trapezio in seta, tinta unita o con un motivo floreale; in seguito è stato utilizzato, ovunque, come abito tradizionale per le feste popolari. Le donne dei ceti superiori smisero invece di utilizzare questo abbigliamento già dal XVIII secolo, come conseguenza della politica di rinnovamento imposta da Pietro il Grande.
Abbigliamento tradizionale russo: il kokòshnik
Il kokòshnik (in russo: коко́шник [kokóschnick]) è un copricapo tradizionale russo indossato da donne e ragazze per accompagnare il sarafan (abito tradizionale russo apparso nel XIV secolo e usato dalle donne e ragazze contadine fino al XX secolo; in seguito utilizzato solo come abito tradizionale per le feste popolari). La tradizione del kokoshnik risale al X secolo nell’antica città russa di Veliky Novgorod; si diffuse dapprima nelle regioni settentrionali della Russia ma divenne molto popolare in tutto il paese tra XVI e XIX secolo. È ancora oggi una parte importante del costume da danza russo e della cultura popolare al punto da aver ispirato anche la cosiddetta architettura kokoshnik (decorazioni utilizzate nell’architettura della chiesa russa dal XVI secolo, e particolarmente popolare nel XVII secolo).
storia del folklore russo: il domovoy
Nel X secolo la Russia adottò la religione cristiana, che in alcune regioni dovette essere imposta con la forza militare, perché i popoli slavi erano restii ad abbandonare i radicati culti pagani della loro tradizione. Benché le principali divinità pagane furono bandite, gli spiriti e le credenze locali non scomparvero mai del tutto: il domovoy, spirito domestico del folklore slavo, è proprio uno di questi.
In base ad un’antica leggenda, quando il Diavolo e tutti i suoi demoni vennero espulsi dal cielo, alcuni spiriti caddero nei meandri del mondo sotterraneo, dove hanno continuato a vivere: alcuni nei boschi, altri nelle acque, nell’aria e taluni nelle case.
l’angolo rosso nelle case russe: l’arte della vita rituale
L’angolo rosso (in russo : красный угол, [krasnyj ugol]) è, nelle case russe, un piccolo spazio dedicato al culto delle icone sacre. Si trova solitamente nell’angolo nord o sud-est di una stanza, o anche sulla parete rivolta ad est della casa, questo perché l’est è la direzione di preghiera dei Cristiani Ortodossi, che rivolgono le proprie preghiere per il ritorno di Gesù verso il sole nascente, simbolo del Figlio del Padre. Per enfatizzare ulteriormente la metafora, si è soliti posizionare delle candele accese davanti alle icone sacre.
il Samovar e il rituale del tè in Russia: storia, cultura e tradizione
Un samovar (in russo: самова́р [samovèr]) è un contenitore di metallo tradizionalmente usato in Russia, nei paesi slavi, in Iran, nel Kashmir e in Turchia per scaldare l’acqua. Poiché l’acqua calda è normalmente usata per la preparazione del tè, molti samovar presentano nella parte alta un ripiano atto a sostenere e scaldare una teiera di tè concentrato. I samovar tradizionali sono alimentati a carbone o a carbonella, mentre quelli moderni utilizzano l’elettricità e funzionano come un normale bollitore d’acqua calda.
Questo oggetto ha una storia lunghissima e negli anni, anche grazie all’arrivo del tè in Russia, ha assunto forti significati sociali e conviviali, tanto da essere considerato il patrono delle famiglie russe, nonché il principe della cerimonia russa del tè.
Alla scoperta della Russia: la matrioska, oggetto simbolo della cultura russa
La matrioska (in russo: матрёшка [matrëška]) è l’oggetto simbolo, per eccellenza, della cultura e della tradizione della Russia. Ha tutto in sé, un intero continente: è infatti molto più di un semplice oggetto, è un insegnamento di vita. È il souvenir russo per antonomasia, e simbolo dell’arte popolare del paese.
Scatoline russe in lacca: le miniature palekh
Le miniature palekh (in russo Палехская миниатюра, [Palekhskaya miniatyura]), sono oggetti tipici dell’artigianato russo, piccoli dipinti in miniatura eseguiti rigorosamente a mano. Hanno una tradizione antichissima e multi secolare che risale alla vecchia pittura russa delle icone.
khokhloma: una delle più antiche tradizioni russe
Il Chokhloma, noto anche come pittura Khokhloma, è uno stile di pittura e ornamento su legno tipico della tradizione popolare russa. È noto per i motivi curvi e vividi che rappresentano per lo più fiori, foglie e bacche e non di rado viene raffigurata anche Firebird (in russo: жар-пти́ца, [zhar-ptitsa]), la tipica figura russa delle fiabe. Il nome deriva dalla cittadina russa presso la quale ebbe origine la realizzazione di queste opere da parte di abili artigiani secondo una tradizione secolare di lavorazione del legno, soprattutto di tiglio.